Tango Music Theory
L’obiettivo di questa pagina è far acquisire al lettore un vocabolario sufficiente per comunicare in modo efficace ed efficiente, comprendere meglio i concetti e le dinamiche legate alla musicalita’ del ballo.
Il ballo è costruito sulla musica. La musica è come una lingua, composta da lettere (note), frasi, intonazioni, ecc. Sebbene i ballerini non debbano leggere uno spartito, la comprensione dei valori di durata delle battute è fondamentale. Ma veniamo al dunque, la musica può essere percepita come una sequenza di pulsazioni regolari. La capacità più importante per un ballerino è riconoscere dei pattern musicali che danno vita alle sequenze di ballo.
Comprendere la musica è l’unico modo per poter essere creativi in modo consapevole. Ebbene sì, è proprio la consapevolezza il tassello che manca a molte persone per fare quel piccolo passo in avanti che apre un’infinità di strade.
Per questo motivo abbiamo bisogno di una sorta di alfabetizzazione musicale di base. Inizieremo quindi ad approfondire i concetti fondamentali della teoria musicale, cercando di farlo nel modo più chiaro e diretto possibile, senza essere troppo didattici.
Pulsazione (Beat)
“Quella cosa che ti fa battere il piede a tempo senza pensarci”
Una pulsazione, per definizione, è una scansione regolare del ritmo paragonabile a una sorta di orologio presente nella musica. La pulsazione viene indicata con il seguente simbolo, che prende il nome di semiminima.
Una pulsazione può avere accenti più o meno marcati, può rallentare o accelerare, ma deve sempre trasmettere alla musica una sensazione di regolarità.
La pulsazione è caratterizzata da due proprietà fondamentali: il momento di tensione e il momento di rilassamento. Immagina di suonare un tamburo: il momento in cui avviene l’impatto è quello di massima tensione; subito dopo si manifesta il momento di rilassamento.
Torniamo a noi: nel tango l’unità di pulsazione più comune è la semiminima, che corrisponde a un quarto (1/4) della battuta.
Battuta (Misura)
“Se la pulsazione è il battito, la battuta è il modo in cui questi battiti vengono raggruppati e organizzati.”
La battuta è un’unità di tempo all’interno della quale si trovano le note e le pause musicali. Il suo scopo principale è organizzare il ritmo e la durata dei suoni e dei silenzi, definendo la struttura metrica di un brano.
La battuta suddivide il flusso musicale in segmenti di uguale durata, delimitati da barre verticali sul pentagramma. Ogni battuta contiene un numero fisso di pulsazioni, definito dall’indicazione di tempo (es. 4/4 → 4 pulsazioni da un quarto ciascuna).
Tempo come indicazione di misura (metrico)
Quando leggiamo 4/4 o 3/4, il numeratore ci dice quanti battiti ci sono in una battuta, il denominatore, invece, ci dice che valore ha ciascun battito. Qui “tempo” indica come organizzare le pulsazioni, non quanto sono veloci.
La Struttura Del Tango Argentino
Un brano di tango, come una storia, è diviso in sezioni: ognuna porta con sé un carattere e un’emozione particolare. La maggior parte dei brani segue una struttura sorprendentemente regolare, cerchiamo di capire questa struttura.
Come dice Tangology101, la maggior parte dei brani di tango è composta da:
- 5 sezioni
- Ogni sezione contiene 4 frasi
- Ogni frase è formata da 4 battute
- Ogni battuta è in 4/4, con due beats forti e due deboli
Tornando all’analogia della lingua, possiamo pensare alle sezioni come capitoli: ognuna può avere un carattere o un tema musicale diverso. Al loro interno troviamo le frasi musicali, che hanno un inizio, uno sviluppo e una conclusione. Tutto il resto lo abbiamo già visto nella sezione precedente.
La struttura basica
Alcuni descrivono questa struttura come ABAB o ABABC, dove ogni lettera rappresenta una sezione (le lettere uguali indicano sezioni simili: ad esempio A = verso, B = coro).
Per dare un po’ di contesto, la maggior parte della musica moderna segue schemi simili: A/B/C ↔ (verse/chorus/bridge)
intro, verse, pre-chorus, chorus, verse, pre-chorus, chorus, bridge, and chorus, with an optional outro (intro e outro sono opzionali)
che accorpato puo diventare:
Intro, verse, chorus, verse, chorus, outro
Tenendo conto del fatto che intro e outro sono facoltative, non è poi così lontano dalla struttura che stiamo studiando.
Sezione A
Nel tango, la sezione A corrisponde alla parte “cantata”. Il primo verso è quasi sempre strumentale, mentre il secondo e il terzo (quando presenti) possono essere strumentali o cantati, a seconda dell’orchestra. I versi sono musicalmente simili: se impari a riconoscere il pattern del primo verso, potrai applicare una sequenza di ballo che giá conosci al prossimo verso senza “improvvisare”.
Sezione B
La sezione B, che solitamente si ripete due volte, presenta la stessa musicalità e lo stesso testo. Il coro tende ad avere più beats forti, e questo lo rende spesso più semplice da percepire. Prova a farci caso: noterai che il ritmo diventa più evidente e marcato.
El Jagüel
Exercise: Let's listen to Carlos Di Sarli's "El Jagüel" from 1956. If you listen closely, you will clearly hear the end of each section. Di Sarli ends each section with a single ping of the piano. If you listen a few times, you will hear the music build up to the end of each section.
Quelle che ho individuato io: 0:34 - 1:06 - 1:42 - 2:15
Consiglio vivamente di fare l’esercizio a metá pagina di tangology: link all'esercizio.
Bahía Blanca
Si può notare che le sezioni A1, A2 e A3 sono praticamente identiche: esistono piccole differenze, ma non così significative da influenzare il ballo. Anche le sezioni B1 e B2 risultano molto simili: hanno lo stesso sviluppo centrale, mentre si distinguono solo per l’inizio e la conclusione.
Pensalo Bien
0:30 - 0:53 - 1:22 - 1:47 - 2:00
Anche qui versi e cori si assomigliano molto. La differenza principale tra A1 e A2 è nella conclusione della sezione. Nei cori, invece, una parte inizialmente arricchita dal violino viene in seguito sostituita dalla voce: a parte questo dettaglio, la struttura rimane pressoché invariata. Per un’analisi più approfondita puoi leggere l’articolo qui.
Differenza tra Bahía Blanca e Pensalo Bien
Entrambe le canzoni hanno lo stesso numero di battiti totali: il tempo è identico, ma una dura 2:52 minuti e l’altra soltanto 2:18. Perché accade questa differenza?
Per rispondere, dobbiamo chiarire due concetti che abbiamo lasciato in sospeso:
- il tempo, inteso come velocità della musica, come cambia e perché;
- la distinzione tra nota forte e nota debole.
Tempo come velocità (reale)
Il tempo è la velocità della musica, cioè quanto veloci o lenti sono i battiti. Immagina che ogni battito sia un passo:
- Se il tempo è veloce, i passi si muovono rapidamente.
- Se il tempo è lento, i passi sono più distesi.
In pratica, il tempo ti dice quanto dura ogni pulsazione e quindi come ti muovi sul ritmo. Per definizione il tempo indica la velocità con cui si susseguono le pulsazioni (beats) in una composizione.
Si misura in BPM (beats per minute): es. 60 BPM = 60 battiti al minuto → 1 battito al secondo. Il tempo non cambia la struttura delle battute o delle frasi, ma solo la loro durata effettiva nel tempo reale.
Come il tempo influenza il ballo:
La domanda che sorge spontanea è: come mai due brani con lo stesso numero di pulsazioni possono avere una durata diversa? Devono esistere delle note che hanno una durata diversa. Infatti non tutte le note valgono lo stesso tempo: proprio come nelle parole abbiamo vocali brevi e lunghe, anche in musica esistono note che durano più o meno di un battito.
Senza entrare nel dettaglio le note più utilizzate nel tango sono:
1️⃣ Semiminima (Quarter note) – TA
- Durata: 1 pulsazione in 4/4
- È l’unità base della pulsazione nel tango
- Esempio: un passo per ogni semiminima
2️⃣ Minima (Half note) – TAA
- Durata: 2 pulsazioni in 4/4
- Spesso usata per momenti di sospensione o suoni legati
3️⃣ Semibreve (Whole note) – TAAA
- Durata: 4 pulsazioni in 4/4 → tutta la battuta.
- Serve per tenere un suono lungo, raramente nel tango ritmicamente movimentato.
4️⃣ Croma (Eighth note) – Ti | Controtempo
- Durata: ½ pulsazione in 4/4.
- Usata per piccoli movimenti o decorazioni ritmiche.
5️⃣ Semicroma (Sixteenth note) – Titi
- Durata: ¼ pulsazione in 4/4.
- Rara nel tango tradizionale.
La combinazione di queste diverse durate è ciò che dà vita al carattere del brano. Le possibilità sono quasi infinite, ed è proprio da qui che nasce il ritmo, la melodia e, di riflesso, l’interpretazione del ballerino.
Ritmo vs Melodia
“Il ritmo è quella cosa che ti fa battere il piede a tempo senza pensarci”
“La melodia è quella cosa che ti fa canticchiare o fischiettare”
Mi piace pensare al ritmo e alla melodia come funzioni rappresentabili su un piano cartesiano:
- La melodia è bidimensionale: si muove in altezza (le note salgono o scendono) e si sviluppa nel tempo, con note di diversa durata.
- Il ritmo, invece, è unidimensionale: riguarda solo la dimensione temporale, cioè la durata delle note e i pattern che queste formano nel tempo.
Tutti gli strumenti possono suonare il ritmo, o comunque suonare in modo ritmico, ma non tutti possono produrre una melodia. Ad esempio, una batteria può esprimere infinite combinazioni ritmiche, ma non può generare una melodia vera e propria.
In sintesi:
- Il ritmo è il tempo delle note.
- La melodia sono le note stesse.
La melodia è come un’onda: qualcosa che ti travolge e trasmette emozioni. La percepisci ascoltando solo poche battute, e può durare da una frase musicale fino a un’intera sezione del brano. Non riguarda solo le note, ma come vengono suonate e dove vengono posizionati gli accenti.
Nel tango, il pianoforte, il contrabbasso e il bandoneon creano principalmente il ritmo, mentre gli altri strumenti portano la melodia. In entrambe le dimensioni troveremo gli accenti, cioè i suoni più marcati: il ballerino li usa per sottolineare passi, boleos o ganchos, e quasi sempre il primo battito della battuta è quello accentuato.
Ma quindi cos’è più importante: la melodia o il ritmo?
Domanda che, se posta a un musicista, meriterebbe una lapidazione istantanea. Per noi ballerini, invece, la risposta è diversa: è leggermente più importante la melodia. Perché? Perché è la melodia che ci permette di muoverci, di sentire il flusso e di trasformarlo in movimento.
In realtà, in ogni brano una delle due componenti tende a dominare: a volte il ritmo, altre volte la melodia. È compito del leader ascoltare e interpretare quale delle due prevale in quel momento.
Se vogliamo essere ancora più precisi, però, bisogna dire che melodia e ritmo spesso si alternano all’interno dello stesso brano. Un esempio lampante di questa alternanza è Nada di Carlos Di Sarli.
https://www.youtube.com/watch?v=h9CYbcy4az8&source_ve_path=MTc4NDI0Ancora Tempo..
Ora che sappiamo distinguere ritmo e melodia, possiamo comprendere meglio il tempo metrico. Prima però facciamo alcune distinzioni:
Nel Tango Argentino esistono tre ritmi principali:
- Tango
- Vals
- Milonga
Tango (4/4)
Il tango è in 4/4, con due beats forti e due deboli.
- Marcado en dos 2/4 (single-time beats): gli accenti principali cadono sui battiti 1 e 3 (o 1 e 2 in un contesto di 2/4). È lo stile elegante e melodico tipico di orchestre come Di Sarli e Biagi. Il ballerino può camminare su ogni battito, ma sente chiaramente gli accenti principali sui “tempi deboli”. La percezione del tempo in questo caso è spesso legata alla semiminima, con una pulsazione che può sembrare più lenta e distesa.
- Marcado en cuatro 4/4 (double-time beats): ogni battito (1, 2, 3, 4) è accentuato (sono tutti forti). Questo ritmo energico, reso celebre da D’Arienzo, invita a una camminata più percussiva e ritmica, perfetta per evidenziare ogni passo. La pulsazione è spesso legata alla croma, con un tempo che può sembrare più veloce e incisivo.
una battuta in 4/4:
Abbiamo detto che le 5 sezioni di un brano sono fatte da 4 frasi ciascuna, e ogni frase è composta da 4 battiti o 8 single-time beats. In pratica, ogni sezione ha 4 × 8 = 32 single-time beats.
Le frasi musicali, proprio come le frasi di un testo, hanno una sorta di punteggiatura. Sfruttare queste pause è fondamentale per ballare con carattere:
- Le “virgole” o “punti” si trovano spesso alla fine di una battuta (ad esempio il settimo beat forte).
- L’inizio di una nuova frase può essere spezzato da un silenzio di un battito, ed è importantissimo sapere quando riiniziare.
Chum-Chum
Le ultime due note di un tango sono chiamate chum-chum.
Questi piccoli dettagli, pause, accenti e chum-chum, contribuiscono a definire il carattere del brano. Nel link all’inizio della sezione troverai vari esempi di chum-chum, melodia e ritmo: consiglio vivamente di leggere e ascoltare per capire meglio come applicarli nel ballo.
Il Tango Vals (3/4)
Il Vals argentino (o vals criollo) è un tipo di tango caratterizzato da un metro ternario (3/4). Ogni battuta è composta da tre semiminime, con il primo tempo accentato e i due successivi deboli.
Quando balliamo il vals dobbiamo puntare alla continuità e fluidità del movimento: si ha l’impressione di “scivolare” costantemente sul pavimento, legando i passi senza fermarsi, seguendo i rallentamenti e le accelerazioni del brano.
- Metrica e ritmo: 3/4 con accento forte sul primo tempo. Si balla un passo (o figura) per ogni battuta. Il ritmo può diventare sincopato, ma resta dominato dal conto ternario. Il vals si muove spesso tra i 150 e i 240 battiti al minuto, molto più veloce di un valzer tradizionale (90-180BPM). (In musica, sincopato significa che l’accento o l’enfasi cade su un tempo debole o tra i tempi principali invece che sul battito forte della battuta.)
- Ritmicamente: il vals mantiene il tipico “un-due-tre” del valzer. Non esistono forti pause interne alla battuta: al contrario, i ballerini “seguono” il flusso musicale senza interruzioni.
- Stile di ballo: l’interpretazione del vals è elegante e romantica, con molti giri e movimenti rotatori. I passi (ad esempio molinetes o salidas cruzadas) sono eseguiti nel conteggio ternario e richiedono continuità. Il vals argentino impone ai ballerini di muoversi quasi sempre sul primo accento di ogni battuta. L’abbraccio di danza rimane fluido e aperto, simile al valzer, e si evita di fermarsi per mantenere il flusso.
La Milonga (2/4)
La Milonga è un genere musicale e di danza popolare del Río de la Plata simile al tango ma con ritmo più semplice e incalzante. Musicalmente, la milonga ha metro binario (2/4). Ogni battuta conta due semiminime: sul primo tempo cade l’accento principale, il secondo è più debole.
Spesso la milonga impiega un ritmo puntato in stile habanera (accenti su 1 e 3 o su 4 e 6 della battuta in sedicesimi), ma in genere presenta un’andatura molto regolare. In pratica la milonga è basata su un “contratempo” continuo che spinge a ballare in modo leggero e veloce.
- Metrica e ritmo: 2/4. Il ritmo di base è vivace e regolare. Studi di danza indicano circa 100 bpm come andatura “ideale” della milonga (tomaskohl.com), anche se può salire fino a 115–120 bpm.
- Caratteristiche ritmiche: si balla sul primo battito di ogni misura, ma per varietà esistono due modalità: milonga lisa (un passo per battuta) e milonga con traspié (con un pasaje sincopato di due passi su due battiti). L’essenza ritmica della milonga è il ritmo sincopato dei traspié e un drive continuo: come ricorda Tomas Kohl, il colpo di milonga è implacabile e senza pause.
- Stile di ballo: il ballo della milonga è giocoso, più rilassato nel torso e molto più rapido nel movimento delle gambe rispetto al tango. I passi sono generalmente più brevi e stretti: gli ochos diventano compressi, l’estensione degli allunghi si riduce. Si utilizza comunemente il traspié (contratempo) e movimenti puntati (accenni) che danno piccoli “rimbalzi” nel movimento. L’abbraccio è strettissimo e sostanzialmente costante, favorendo cambi di peso rapidi senza grandi giochi spaziali.
Strumenti del tango
Per curiosita’ gli strumenti che si trovano quasi sempre in un’orchestra di tango sono:
Strumenti del tango
Per curiosita’ gli strumenti che si trovano quasi sempre in un’orchestra di tango sono:
Orchestre
Nel tango possiamo dividere le orchestre in due grandi gruppi: Melodiche e Ritmiche. Il nostro modo di ballare deve adattarsi al tipo di musica che stiamo ascoltando.
Ritmici: Quando ci troviamo di fronte a un brano ritmico, la nostra attenzione deve andare al tempo e al ritmo. Per le follower, un piccolo consiglio: stringere un po’ di più l’abbraccio, essere più compatte. Con un maggiore contatto diventa più facile percepire la guida. In un tango ritmico i passi sono più rapidi, più “sporchi”, ed è per questo che serve dedicare parte delle energie a capire al meglio le intenzioni del leader.
Per i leader, invece, ha molto senso giocare con le pause complete: fermarsi del tutto, per poi ripartire. Quando c’è ritmo, lo “stop and go” crea un contrasto bellissimo. Qui servono energia, passi netti e piccoli. Anche il modo in cui cambiamo peso deve essere più deciso.
Melodici: Nei brani melodici, invece, tutto si ribalta. Il peso si trasferisce lentamente, ci si prende tempo per ogni passo, che diventa più lungo. La follower può permettersi un abbraccio più rilassato, concentrarsi sull’allungare il movimento della gamba per apparire elegante. In questo contesto, conta di più la dissociazione, i movimenti circolari, tutto ciò che la musica stessa invita a fare. La musica melodica ha un’anima romantica ed elegante, e noi, ballandola, dovremmo provare a riflettere questa stessa atmosfera.
Come ho scritto nel paragrafo sulla differenza tra melodia e ritmo, dobbiamo prestare attenzione alle frasi musicali. Una frase musicale corrisponde a 8 beats. L’orchestra decide se questi 8 beats saranno tutti ritmici, tutti melodici, oppure divisi: 4 beats ritmici e 4 melodici, o viceversa.
Negli ultimi due casi si dice che i primi 4 beats costituiscono la “Domanda” e gli ultimi 4 la “Risposta”.
Negli anni 40 sono nate la maggior parte delle orchestre di tango, le persone chiamano l’epoca che va dal 1935 al 1952 la “Golden age” del tango, vediamo chi sono i maggiori esponenti di questo movimento:
Juan d’Arienzo
Meglio conosciuto come El Rey del Compas. D’Arienzo predilige il ritmo alla melodia.
In questo video possiamo osservare quanto a lui piaccia essere energico e ritmico. Per la sua biografia vi rimando a wikipedia.
Come riconoscere D’Arienzo nella milonga:
El Recodo Tango created a very concise list below to recognize D’Arienzo’s orchestra.
- Il suo tempo accelerato, regolare come un orologio (non ci rallentiamo!).
- Il suo stile vivace con 4 accenti per battuta.
- Il suo violino sentimentale, la famosa “quarta corda”.
- Le sue brillanti transizioni al pianoforte.
- Le sue inaspettate e mozzafiato pause.
- Il suo finale “fortissimo”: la solita cadenza perfetta, senza artifici e nello stesso tempo.
Per “quarta corda” si intende il fatto che il violino viene utilizzato come “strumento principale” invece di un semplice strumento secondario per arricchire la musica. Il violino per D’Arienzo ha la stessa valenza della voce.